Arrivederci Berlinguer! Al cinema il 10, 11 e 12 giugno con Wanted in occasione del 40esimo anniversario dalla morte di Enrico Berlinguer

arrivederci-berlinguer Arrivederci Berlinguer!, al cinema con Wanted a giugno

Registi italiani e Unitelefilm presentano un documentario di addio a Enrico Berlinguer

Arrivederci Berlinguer, nasce nel contesto dei funerali di Enrico Berlinguer, una delle figure più eminenti della politica italiana. E così, numerosi registi italiani di fama hanno collaborato con Unitelefilm per dar vita a un commovente documentario intitolato all’addio a Enrico Berlinguer.

Le immagini sono tratte in gran parte da preziosi materiali provenienti dall’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico. Il film offre uno sguardo intimo e profondo sul commiato verso questa figura iconica.

La narrazione, in parte muta, è magistralmente accompagnata dalla suggestiva colonna sonora di Massimo Zamboni (chitarrista dei CCCP – Fedeli alla Linea), creando un cineconcerto coinvolgente e toccante.

Berlinguer dalla grande partecipazione popolare al suo funerale: Arrivederci Berlinguer

Il racconto di Enrico Berlinguer a partire dalla grande partecipazione popolare al suo funerale.

La colonna vertebrale del film è costituita da “L’addio a Enrico Berlinguer”, film corale sui suoi funerali realizzato da buona parte del meglio della cinematografia italiana, tra gli altri: Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Silvano Agosti, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Luigi Magni, Giuliano Montaldo, Ettore Scola, Gillo Pontecorvo.

Il docu film non è solo celebrativo/liturgico, ma mostra anche il rapporto umano, caldo e vivo, che Berlinguer riuscì ad avere con le masse popolari.

Nella pellicola vedremo Berlinguer vivente ad intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia. Grazie ad un’attenta selezione di una serie di filmati messi a disposizione dall’AAMOD (Archivio del movimento operaio e democratico) vedremo l’affetto e la partecipazione della gente verso il suo leader.

Un rapporto simbiotico di incontro tra popolo e politico che ne cementa nel tempo la relazione.

La scelta è caduta su alcuni momenti in cui Berlinguer snocciola i temi fondanti della sua politica, e lo fa argomentando le sue tesi in modo diretto, con una chiarezza adamantina e una solidità d’intenti politici frutto di anni di studio, impegno, militanza, riflessione sui compiti e i doveri della politica.

Nella pellicola vedremo anche numerosi interventi su temi molto vivi anche oggi. Tra questi, le generazioni, le donne, la famiglia, la questione morale e il lavoro.

Le parole di Enrico Berlinguer sono ancora oggi di estrema attualità e continuano a farci riflettere. L’umanità della figura di Berlinguer restituisce dignità, integrità e forza alla politica.

Chi era Enrico Berlinguer?

I più giovani non sanno, o almeno la maggioranza di loro, chi era Berlinguer.

Berlinguer era un uomo animato da forti passioni politiche, da un senso di equità incrollabile, mai stanco di lottare contro le ingiustizie sociali e le prevaricazioni dei più forti e potenti.

Le immagini, girate soprattutto tra le fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Ottanta, sono perlopiù in pellicola. Le stesse sono state realizzate soprattutto durante convegni e appuntamenti pubblici a cui prese parte Berlinguer.

È spesso un archivio interno al PCI e, visto che la pellicola costava e che andava usata con parsimonia, si filmarono soprattutto i momento con il Berlinguer ufficiale, istituzionale. Infatti, sul Berlinguer privato esiste poco o niente.

Il leader viene rappresentato sempre – forse, a volte, con una dose di serietà eccessiva – nei momenti ufficiali, nell’impeto oratorio di un comizio, nell’incontro di sezione con i militanti del partito. Il politico è solo immagine pubblica, rigore.

A questi materiali i registi sono riusciti ad affiancare alcuni momenti di vita privata, più caldi. Momenti che restituiscono, almeno in parte, l’umanità e le fragilità dell’uomo.

Il montaggio del film è pensato in chiave emozionale, in grado di coinvolgere il pubblico poggiandosi sulle composizioni musicali e la chitarra di Massimo Zamboni. Le folle, la commozione delle donne, dei politici, delle masse operaie, degli ultimi e dei capi di stato, i pugni alzati, tutto questo diventa sinfonia visiva e musicale allo stesso tempo.

Un film di montaggio che non vuole celebrare ma dare spunti: per riflettere, per ritrovare un passato prossimo che sembra evaporato in una nuvola di stordita dimenticanza. Dalla regia: ” Per ripensare la politica, per capire cosa significa farla e viverla come comunità e in prima persona: oggi urgenza quanto mai necessaria”.