Catherine Deneuve torna sul grande schermo nel ruolo brillante e irresistibile di Bernadette, ovvero La moglie del Presidente, al cinema dal 24 aprile

ODM6000R Catherine Deneuve in La moglie del Presidente, al cinema ad aprile

La moglie del Presidente, un film di LÉA DOMENACH

Catherine Deneuve torna sul grande schermo nel ruolo brillante e irresistibile di Bernadette, ovvero La moglie del Presidente. Diretta, al suo esordio, da Léa Domenach, La moglie del Presidente è una commedia che si ispira alla vicenda di madame Chirac, la consorte del due volte Presidente francese, per raccontare una storia di empowerment femminile. Un racconto irriverente e anticonformista: il ritratto di una mamma e moglie che imprigionata troppo a lungo nel suo ruolo, prende in mano il suo destino. Una donna che si libera dal suo stereotipo per trasformarsi in un’icona femminista.

Il film sarà distribuito al cinema a partire dal 24 aprile da Europictures.

La trama del film con Catherine Deneuve

Quando arriva all’Eliseo, Bernadette Chirac si aspetta di ottenere finalmente il posto che merita, avendo sempre lavorato all’ombra del marito per farlo diventare Presidente. Messa da parte come troppo antiquata, Bernadette decide di vendicarsi diventando una figura popolare e amata dai media.

La moglie del Presidente si ispira alla storia di una donna realmente esistita, per raccontare la forza e la determinazione femminile necessarie ad emergere in un mondo guidato dagli uomini.

Poster Catherine Deneuve in La moglie del Presidente, al cinema ad aprile

Perché un film su Bernadette Chirac?

La regista nella sua infanzia è stata influenza dalla politica. Suo padre, giornalista, ha scritto molto su Chirac e, sebbene a lei sembrasse di conoscerlo, sapeva molto meno di sua moglie. Aveva un’immagine
piuttosto negativa di lei: austera, conservatrice, persino antiquata.

Questa immagine è cambiata completamente quando ha visto il documentario “Bernadette Chirac, mémoire d’une femme libre”, diretto da Anne Barrère, che era stata sua consulente per la comunicazione. LÉA DOMENACH afferma: “Mi ha sorpreso la sua libertà di parola, all’età di 80 anni… Ho scoperto che era divertente e libera, molto lontana dall’idea che avevo di lei e, soprattutto, con una storia di vita che meritava di essere raccontata“.
La vita di Bernadette Chirac è simile a quella di molte donne, che sono istruite quanto i loro mariti e che finiscono per passare in secondo piano per far posto a loro. È questa la storia che voleva raccontare la regista, e che le ha ricordato quella delle sue nonne: “Era una storia che mi parlava, anche se non proveniamo dalla stessa generazione, dallo stesso ambiente o dallo stesso orientamento politico. Quando
ho proposto alla mia co-autrice Clémence Dargent la mia idea di scrivere di Bernadette Chirac dal punto di vista della vendetta di una donna, mi ha risposto: “È pazzesco, mi ci identifico totalmente: Io sono Bernadette”.