Al Teatro Carcano di Milano, dal 16 al 21 gennaio, va in scena FRA’ – San Francesco, la superstar del Medioevo di e con Giovanni Scifoni.

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FRA’ – San Francesco, la superstar del Medioevo: spettacolo con laudi medievali e strumenti antichi

Dal 16 al 21 gennaio 2024, al Teatro Carcano di Milano, va in scena lo spettacolo teatrale FRA’ – San Francesco, la superstar del Medioevo di e con Giovanni Scifoni. Lo spettacolo, orchestrato con laudi medievali e strumenti antichi, si interroga sul grande potere persuasivo che genera su di noi la figura super pop di Francesco.

Tutti conoscono San Francesco. Perché è così irresistibile? Come si fa a parlare di lui senza essere troppo banali?

Francesco aveva la dote di essere un grande artista. Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta creatività come ha fatto lui. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo. Giocava San Francesco, con gli elementi della natura, con il francese improvvisato, citando a memoria brani dalle chanson de geste, stravolgendone il senso. Per farlo utilizzava anche il corpo, il nudo, persino la propria malattia, il dolore fisico e anche il mutismo. E che dire del presepe di Greccio, che il 24 dicembre 2023 ha celebrato gli 800 anni? E’ la più geniale, e più copiata invenzione di Francesco.

Un monologo sulla vita del poverello di Assisi

Il monologo ripercorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma. San Francesco lo fa fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte. Dalla predica ai porci fino alla composizione del cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia, San Francesco canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. “Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività. Francesco sapeva incantare il pubblico, folle sterminate, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare. Il vero problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che Francesco era un attore molto più bravo di me“. E poi il gran finale, la morte, il rapporto di fratellanza, quasi di amore carnale che aveva Francesco con Sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare. E neanche il pubblico potrà scappare da questo finale, incatenati sulle poltrone del teatro saranno costretti anche loro ad affrontare il vero, l’ultimo, grande tabù della nostra contemporaneità: non siamo immortali.