Il film Il Paese del Melodramma, scritto e diretto da Francesco Barilli, in anteprima al Parma Film Festival, tra dramma e musica, tinge il cinema di nero.

Foto-dal-set-Teatro-Regio_Luca-Magri_1-1024x576 Il Paese del melodramma: commento al film che si tinge di nero

Il paese del melodramma: l’opera lirica nel cinema e il concetto di paura

Il film Il Paese del Melodramma, scritto e diretto da Francesco Barilli, e distribuito dalla casa di produzione Avila Entertainment Srl in collaborazione con Rai Cinema e MiC, in anteprima assoluta al Parma Film Festival, narra la storia di Carlo Gandolfi (Luca Magri), un bravissimo cantante lirico, la cui carriera si è bruscamente interrotta dopo la morte della moglie e della figlia.

Da allora è un uomo alla deriva, in preda al vizio dell’alcol. La Morte in persona (Luc Merenda) decide che è il momento per lui di tornare a calcare le scene del palcoscenico: vuole che interpreti il “Macbeth” di Verdi e che sia perfetto. Altrimenti, lo porterà con sé nel suo regno.

Ma come mai l’opera lirica è spesso associata alla paura, nelle opere cinematografiche ma anche letterarie? Capirne le ragioni non è affatto semplice, probabilmente perché l’opera in molti casi narra di vicende tragiche, situazioni che spesso si intrecciano a situazioni idealizzate di morte e sofferenza umana. E infatti, anche nel nuovo film di Francesco Barilli, la protagonista vera della pellicola è la Mietitrice, ossia la signora morte. Barilli, dopo i thriller Pensione paura e Il profumo della signora in nero torna nuovamente a cimentarsi con il cinema con Il paese del melodramma. La nuova impresa del regista, questa volta si muove in una inquietante e suggestiva cornice fra il drammatico e l’horror.

Luca-Magri_Luc-Merenda_Cimitero-della-Villetta_24-maggio-2022-1024x576 Il Paese del melodramma: commento al film che si tinge di nero

La trama del film

Scritto da Francesco Barilli con Nicola Tasso, Il Paese del melodramma è ambientato a Parma, la stessa città d’origine di Barilli. Il protagonista è Carlo Gandolfi (interpretato da Luca Magri), un celebre cantante lirico caduto in molte difficoltà e disgrazie, dopo la morte della moglie e della figlia. Distrutto dal dolore, Gandolfi annega il suo stesso dolore nell’alcool, e così facendo si rovina non solo la vita, ma anche la carriera.

Una sera, l’uomo è a casa sua con una avvenente ragazza conosciuta al bar, e vede la Morte (interpretata da Luc Merenda), insieme ai fantasmi della moglie e della figlia. La Morte gli suggerisce di esaudire il suo desiderio, ovvero cantare il Macbeth per lei, l’opera, maledetta per eccellenza. La morte decide di concedere a Gandolfi un poco di tempo ma avverte l’uomo che in caso di fallimento, lo ucciderà. Il cantante lirico pensa di essere soggetto ad un’allucinazione, ma i segni tornano nuovamente da lui. Infatti, Carlo ha anche una visione di un serpente che esce dalla bocca di una donna. Gandolfi inizia una terapia di disintossicazione dall’alcool in modo tale da poter riprendere a cantare, assecondando la signora morte. La triste mietitrice lo aiuta anche, uccidendo il suo concorrente. E così, il baritono torna a esibirsi, ma la tragedia è comunque vicina.

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Il Paese del Melodramma è anche un saggio del 1930 di Bruno Barilli

Bruno Barilli, zio del regista nonché rinomato critico d’arte, scrisse un saggio, nel 1930, dallo stesso titolo del film. Tra le due opere non esiste nessun rapporto, tuttavia entrambe fanno riferimento a Giuseppe Verdi e alla città di Parma. Il nuovo film di Francesco Barilli è dunque una pellicola legata alla tradizione e folklore della sua città d’origine che spazia anche nei temi trasversali umani. Questi temi trasversali sono ben evidenziati nella scena del dialogo all’interno del Duomo di Parma tra Carlo e un sacerdote. In questa scena, ben si evidenzia il rapporto di Gandolfi con la Morte, che per il sacerdote è parte della nostra stessa vita, e l’urgenza di coltivare un talento. Il Paese del Melodramma è un film anche spirituale, vissuto alla pari di un dramma mistico.

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Barilli da regista ad attore

Barilli da regista diventa anche attore e nel film lo vediamo nel ruolo del padre di Carlo Gandolfi. le scene di impatto maggiore sono quelle girate nel cimitero e accompagnate da alcune arie liriche di Giuseppe Verdi, presenti anche in altre scene del film, con la Signora Morte che dialoga direttamente con lo spettatore. La Morte, interpretata da Luc Merenda, si volge anche verso il monumento di Verdi. le scene poi sono tante in cui la morte compare, sino al finale del film al Teatro Regio di Parma, lo stesso teatro di Opera di Dario Argento, dove la Morte ritorna vestita di luce verse con Carlo che, come in un sogno, torna a vestire il suo costume di scena. Il risultato finale è molto buono e la conclusione anche, con un risultato tra il commovente e l’angosciante, con la signora morte che conquista un nuovo seguace.