L’ESTATE DI CLÉO della regista francese Marie Amachoukeli-Barsacq, arriva nei cinema italiani dal 21 marzo.

AH_lestatedicleo_foto_2-1024x540 L'ESTATE DI CLÉO di Marie Amachoukeli-Barsacq

Diretto da Marie Amachoukeli, al cinema dal 21 marzo

L’ESTATE DI CLÉO arriva nei cinema italiani dal 21 marzo.

della regista francese Marie Amachoukeli-Barsacq (Party Girl), film d’apertura della Semaine de la Critique a Cannes 2023, candidato a un Premio Lumière e vincitore del Sottodiciotto Film Festival & Campus. Il film sarà distribuito da Arthouse, la label di I Wonder Pictures dedicata al cinema d’autore più innovativo, in collaborazione con Unipol Biografilm Collection.

L’ESTATE DI CLÉO è il racconto intimo e delicato della piccola Cléo e della sua amata tata Gloria nell’ultima estate che passeranno insieme, nell’assolata isola di Capo Verde.

AH_lestatedicleo_foto_5-1024x540 L'ESTATE DI CLÉO di Marie Amachoukeli-Barsacq

L’ESTATE DI CLÉO, distribuito nei cinema da Arthouse

Cléo è una bambina di sei anni sveglia e vivace, che, dopo la perdita della madre, vive da sola con suo padre e la tata, Gloria, originaria della Repubblica di Capo Verde. Tra le due c’è un legame speciale: Gloria è a tutti gli effetti la madre che Cléo non ha avuto, protagonista di una quotidianità fatta di tanti piccoli momenti preziosi che alimentano l’affetto reciproco tra le due. Quando Gloria è costretta a tornare dai suoi famigliari, in Africa, Cléo le chiede di mantenere una promessa: rivederla il prima possibile. Gloria la invita allora ad andare dalla sua famiglia e sulla sua isola, per trascorrere insieme un’ultima estate da ricordare per sempre.

Marie Amachoukeli dirige un film sull’infanzia, sull’universalità dell’amore e su quanto non siano i legami di sangue a costruire una famiglia. Le inquadrature ravvicinate, ricche di primi piani, contribuiscono all’atmosfera intima e privata della pellicola, impreziosita da frammenti di animazione raffiguranti immagini oniriche sul passato e sulle paure delle sue protagoniste.

L’ESTATE DI CLÉO sarà distribuito nei cinema dal 21 marzo da Arthouse in collaborazione con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection.

È un rapporto di affetto sincero e potente, quello tra Cléo, sei anni, e la sua tata Gloria, un legame del tutto simile a quello che lega madre e figlia. Così, quando Gloria deve tornare a Capo Verde per prendersi cura della sua famiglia, la separazione è dolorosa. Ma c’è ancora tempo, c’è ancora un momento per stare insieme: con il permesso del padre, Cléo viaggia fino al Paese natale della sua tata e passa con lei un’ultima estate carica di dolcezza e speranza. Un’esperienza indimenticabile per imparare a crescere e gettarsi con coraggio nell’incertezza del futuro.

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Il film è dedicato a Laurinda Correia, chi è?

Laurinda è la donna che si prendeva cura di me quando ero piccola, lavorava come custode nel condominio in cui vivevo. Era un’immigrata portoghese e io ho trascorso la maggior parte della
mia infanzia nella portineria con i suoi figli. Quando avevo sei anni, mi disse che sarebbe tornata nel suo
paese con suo marito per aprire un’attività e iniziare una nuova vita vicino alla sua famiglia. È stato il
primo grande shock della mia vita. Oggi siamo ancora in contatto, ci mandiamo cartoline, mi chiama
per il mio compleanno e quando vado a trovarla in Portogallo ci sono mie foto tra quelle dei suoi figli e
nipoti. Mi chiama ancora “figlia mia”. Con questo film ho voluto parlare delle persone che nella vita si
prendono cura dei bambini e di come il legame affettivo a volte superi i limiti predefiniti del loro
lavoro. Nella nostra società, dove la maternità è santificata, credo che sia un tabù dire che non solo i
genitori possono amare alla follia i propri figli, o che, dall’altra parte, un bambino può provare quell’amore assoluto per una persona che non è un suo genitore.
Non lo si dice nemmeno alla propria famiglia. È una forma di amore segreta, quasi clandestina, non
detta. Ed è proprio perché è un amore segreto che ho voluto parlarne.