Al Museo di Storia Naturale di Milano è aperta al pubblico la mostra “Il significato dell’immagine” di Sandra Tenconi, in programma nelle sale espositive del Museo fino al 14 luglio 2024

Teddy-Bear-n.-28-2017.-Acrilico-su-tela-30x30-1 Museo di Storia Naturale: la mostra Il significato dell’immagine

Una mostra d’arte curata da Paolo Biscottini

Museo di Storia Naturale di Milano: è aperta da oggi al pubblico la mostra “Il significato dell’immagine” di Sandra Tenconi. Il percorso sarà visitabile fino al 14 luglio 2024. Promossa dal Comune di Milano Cultura e dal Museo di Storia Naturale, l’esposizione è curata da Paolo Biscottini.

Sandra Tenconi (1937) vive e lavora a Pavia e si è diplomata nel 1960 a Brera. Artisticamente Tenconi si colloca nel filone del naturalismo lombardo, al limite dell’informale. Il riferimento principale della sua lunga attività è la natura: paesaggi, fiori, montagne, ghiacciai, la figura umana, e da ultimo la serie dei “teddy bears”. L’artista ha narrato i suoi soggetti con mezzi espressivi diversi, come la matita, il carbone, la gouache, il pastello, l’acrilico e la stampa litografica. Il Museo di Storia Naturale – luogo dalla centenaria tradizione di studi scientifici e centro di divulgazione per adulti e famiglie – è quindi lo sfondo ideale per esporre un’antologia delle sue opere più recenti, dalla quale emerge chiaramente il suo amore per la natura.

Ghiacciaio-e-rocce-2019.-Acrilico-su-tela-70x100-1 Museo di Storia Naturale: la mostra Il significato dell’immagine

In esposizione  tele con montagne, ghiacciai e “Teddy Bears”

All’inizio del percorso espositivo, la prima sala accoglie grandi e piccole tele con le montagne come soggetto. Alle montagne come sono oggi (il Passo Sella, i monti della Valtellina) si affiancano i ghiacciai, rivisti com’erano quasi un secolo fa, documentati dalle fotografie dell’epoca: il Weisshorn, l’Ortler, il Bruggerhorn. La visione dell’artista è drammatica e non si fa scalfire da tentazioni naturalistiche, lasciando respiro alla sua forza creativa capace di reinventare il mondo in senso poetico.

Nella seconda sala trovano luogo le tele con i ghiacciai, ma anche il grande pannello con una quarantina di piccoli quadri, i “Teddy Bears”, anch’essi dipinti su tela con colori acrilici. Sono gli orsi dell’infanzia, a loro agio tra le montagne che qui diventano quasi immagini astratte, a volte addirittura violente. Anche la forza del segno che incide l’acrilico li accomuna alle tele delle montagne.

Nella stessa sala si trovano anche cinque grandi vetrine, che accolgono invece i disegni dell’artista. Una prima serie di grandi fogli a matita è nata dai carpini di un antico roccolo, ormai dismesso, luogo indagato dalla Tenconi per tutta la vita: è un’altra faccia ancora della natura, dove l’elemento drammatico prende la forma nuova del nodo e del ramo contorto.
Accanto, un’altra serie di disegni più recenti, tutti di piccolo formato e a penna. Sono i disegni nati al tempo del Covid. I soggetti sono ancora montagne e ghiacciai, spesso forre con ortensie, il fiore più amato dalla pittrice. Frutto di un momento drammatico nella vita di tutti, nella loro estrema raffinatezza sono forse i pezzi della mostra che più trasmettono un senso di equilibrio e di compostezza.

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