Dalle barricate diffuse per il caso della scuola chiusa per Ramadan a Pioltello, ai guai generali che riguardano il sistema scolastico. Esiste un progetto? Oppure no?

b_1712092498730-1024x576 Tra crisi e innovazione, il complesso panorama della scuola italiana 

La scuola di Pioltello e la chiusura per il Ramadan

Sulle barricate che si sono formate intorno al caso della scuola chiusa per Ramadan, ci si sono gettati tutti, compreso quello che dovrebbe essere l’arbitro di tutti, Sergio Mattarella.

Il problema è che i guai della scuola italiana non iniziano e non terminano a Pioltello, ma sono ovunque. Della scuola italiana spesso addirittura se ne occupa la cronaca nera: insegnante presa a pistolettate; studenti che hanno sparato all’insegnante premiati con il “nove” in condotta.

E poi ancora, genitori che picchiano a sangue gli insegnanti; studente che accoltella l’insegnante, viene bocciato, fa ricorso e il TAR gli dà ragione. Non mancano nemmeno i casi in cui il professore denunciato, dire “ti boccio” è reato (“abuso dei mezzi di correzione e di disciplina”). C’è poi il bullismo violento che ha raggiunto ormai la parità di genere, visto il crescente numero di ragazze che si picchiano senza remissione.

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La colpa della crisi scolastica di chi è?

In questa cornice nessuno stupore quando le valutazioni Invalsi danno esiti sconfortanti.

La scuola italiana è ultima in Europa come qualità dell’istruzione (rapporto SGDs commissionato dall’ONU); la preparazione di un maturando oggi vale quella di un diploma di terza media di trent’anni fa.

In italia ci sono 17,9 milioni di analfabeti funzionali tra i 16 e 65 anni (dati OCSE); i test di ingresso all’Università falcidiano gran parte dei richiedenti.

Le colpe per questa situazione? Infinite. C’è chi accusava già quarant’anni orsono la Democrazia Cristiana per aver trasformato la scuola italiana in un’agenzia di collocamento.

Poi puntualmente si accusano i programmi scolastici, obsoleti, si dice (ma se i Classici sono diventati “obsoleti” mala tempora currunt). Colpa degli insegnanti sempre più menefreghisti e impreparati. Colpa dello Stato che non paga sufficientemente gli insegnanti (il 20% in meno rispetto alle medie OSCE, ma va detto che tutti i salariati italiani percepiscono stipendi molto più bassi rispetto alla media europea).

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Un progetto? Ancora non c’è

C’è chi, come a Pioltello, pensa sia colpa degli studenti stranieri (ma il 66,7% degli alunni stranieri sono nati in italia, dati MIUR).

Ci sono senz’altro le responsabilità delle famiglie, sempre più assenti, oppure eccessivamente protettrici e invadenti.

Qualcuno vorrebbe portare la Filosofia nelle scuole professionali, altri vorrebbero portare pressa e tornio in classe, altri ancora vorrebbero proibire i telefonini in aula, mentre ci sono coloro che pensano che nelle scuole ci sia troppo poca tecnologia.

C’è stato il Covid, i banchi a rotelle e le lezioni a distanza (vale a dire generazioni che dovranno sopportare il peso del pregiudizio di chi le considererà meno preparate rispetto alle altre). Con gli elenchi di problemi, cause e soluzioni per la scuola italiana ci si potrebbe riempire un treno merci. Ma uno straccio di progetto che indichi da dove cominciare non lo si vede dalla riforma Gentile, che nel 2023 ha compiuto un secolo di vita. Editoriale a cura del direttore Pier Luigi Pellegrin.