L’Epifania si festeggia il 6 gennaio. Tra usanze, leggende e storie, scopriamo perché la Befana si lega ai re Magi.

epifania-befana-e-re-magi-1024x576 Epifania, 6 gennaio: significato e perché si festeggia in questa data. Storia della befana e dei Re Magi

Origini Epifania e perché si festeggia il 6 gennaio

L’Epifania da sempre si festeggia il 6 gennaio. In questa data, in origine, si celebravano alcuni riti pagani antichi di buon auspicio. Con l’affermarsi del cristianesimo, questa tradizione è rimasta in uso: la dea Diana fu sostituita con la figura della strega buona e a seguire con quella di una tenera vecchietta. Per la religione cristiana, l’Epifania si lega a un preciso momento, ossia quello dell’arrivo dei tre Re Magi, Baldassarre, Gaspare e Melchiorre, nella capanna in cui era nato Gesù Bambino, a Betlemme. Infatti, stando sempre al rito del cristianesimo, la parola Epifania è a volte sostituita con la dicitura il Giorno dei Re Magi e Piccolo Natale. Per quanto riguarda la Befana, invece, la sua festa si estende in tanti modi diversi nel mondo, e a seconda del Paese dove la si festeggia, la nota vecchina si lega a tante differenti leggende ed usanze. Il 6 gennaio, però, non è una data fissa di festa ovunque. L’Epifaia festeggiata il 6 gennaio, 12 giorni dopo Natale, è una festa prettamente rivolta al mondo cattolico d’occidente, mentre per le chiese orientali, questa festa si celebra il 19 gennaio, poiché il Natale cade il il 7 gennaio. Ma come mai questa data? Il motivo è perché seguono il calendario giuliano e non quello gregoriano. La data del 6 gennaio fu scelta nel IV secolo, quando nel cristianesimo confluì la tradizione di un antico rito pagano che aveva come protagonista la dea Diana. Proprio nella Roma antica, la dea Diana veniva festeggiata 12 giorni dopo il solstizio d’inverno, ed ecco infatti che la simbologia del numero simbolico 12 ritorna anche nel rito romano.

Chi è la Befana e perché si lega ai Re Magi

Analizzando l’Epifania da un punto di vista religioso, scopriamo che lo scopo di questo giorno si lega al ricordo particolare della storia di Gesù. La ricorrenza celebra la prima manifestazione di Gesù Bambino all’umanità. In particolare, il 6 gennaio corrisponde con l’arrivo dei re Magi, i sacerdoti saggi della popolazione dei Medi, nella capanna della Natività a Betlemme. Nel Vangelo di Matteo è infatti scritto che i tre Magi furono guidati nel viaggio da una stella cometa e che a Gesù Bambino portarono in dono alcuni beni preziosi, ossia oro, incenso e mirra. Analizzando il 6 gennaio da un punto di vista di riti pagani, invece, scopriamo che tra il X e il VI secolo a.C., si celebrava la morte e la rinascita della natura. In questi riti, i Romani invocavano una figura femminile sui campi, il tutto per propiziarsi buoni raccolti durante l’anno. La figura fu in primis rilevata come la dea Diana e poi in altre divinità meno conosciute. Risalendo sino alla cultura celtica, invece, c’era una figura di nome Perchta, figura femminile dell’inverno, rappresentata da una donna anziana vestita con scarpe rotte e vestiti sgualciti e a volte raffigurata con gobba e naso adunco. Con l’arrivo del cristianesimo, la figura della vecchietta in qualche modo riuscì a sopravvivere e le varie figure femminile delle varie culture alla fine si sovrapposero sino a dar vita prima a una strega buona e poi a una vecchietta munita di scopa volante che nella notte porta doni e dolcetti ai bambini.