Sciopero, una parolina che terrorizza i pendolari di tutto il mondo. A Milano nel 2024, non c’è stata settimana in cui il trasporto, come tram, treni, bus, metro, non si sia fermato

Sciopero-1024x576 Sciopero, la parola che terrorizza pendolari di tutto il mondo

A Milano sembra essersi verificata una vera e propria pandemia di astensione dal lavoro

C’è una parolina che terrorizza i pendolari di tutto il mondo: sciopero.

A Milano nel 2024 sembra essersi verificata una vera e propria pandemia di astensione dal lavoro: tram, treni, bus, metro, non c’è stata settimana in cui uno di questi settori di trasporto non si sia fermato (anche per più giorni consecutivi).

I disagi sono intuibili, ancora di più in una città che ha proprio nelle reti viarie le arterie fondamentali dalle quali trarre il plasma vitale per il proprio dinamismo produttivo, sociale, culturale. Nel 2023 si sono verificati 77 scioperi del trasporto locale, 12 solo all’ATM di Milano. Ore di lavoro perdute, esami rinviati, lunghe attese in cerca di sposamenti alternativi, crisi di fegato, sconforto, strade congestionate dal carico di automobili supplettivo.

Il diritto allo sciopero è sacrosanto, ci mancherebbe, ma non è l’unico. Forse che chi paga sulla propria pelle le conseguenze di uno sciopero detiene meno diritti? È un cittadino di serie B? I cittadini comuni, studenti, operai, impiegati, pensionati, pazienti che si spostano per le cure mediche, commessi, ragionieri, addetti alle pulizie, baby sitter, garzoni.

Sciopero-generale-1024x576 Sciopero, la parola che terrorizza pendolari di tutto il mondo

Chi paga le conseguenze?

Per quanto fondate siano le motivazioni di uno sciopero, coloro che ne pagano le conseguenze non appartengono di certo alle categorie contro le quali è indirizzata la protesta.

Anzi, “vittime” e “carnefici” sono pressappoco affiliati al medesimo censo sociale. Si tratta di un dato talmente scontato che ormai nessuno ne parla, un problema che colpisce molti ma importa a pochi.

Come ha osservato poco tempo fa il professor Pietro Ichino, nel trasporto pubblico si verifica inoltre un effetto paradossale, per uno sciopero, in quanto non produce alcun danno al datore di lavoro: al contrario, durante lo sciopero, mentre gli abbonamenti non si riducono, si azzerano i costi per retribuzioni, carburante, energia e usura dei mezzi.

Per l’impresa di trasporto pubblico lo sciopero è una boccata di ossigeno: tutto il danno è a carico dei viaggiatori, della collettività. Mentre i pendolari sono ulteriormente meritevoli almeno per due importanti motivi: contribuendo al calmieramento del traffico limitano le emissioni nocive (pensateci, un pendolare giova all’ambiente di sicuro più di chi deturpa monumenti pubblici in nome dell’ecologia); con il proprio contributo, per giunta versato in anticipo (leggi abbonamento) un pendolare contribuisce a creare posti di lavoro e infrastrutture (nonché ad alimentare le sempre affamatissime casse comunali). Se si rendessero conto di quanto siano preziosi per la società in cui vivono, a scioperare sarebbero loro, i pendolari. Il direttore, Pier Luigi Pellegrin.